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Tecnologia e società dal 1916 ad oggi

Riflessione critica a partire da
"Quaderni di Serafino Gubbio operatore”

 

Nel brano, proposto in occasione della prima prova alla maturità di qualche giorno fa, tratto da "Quaderni di Serafino Gubbio operatore" di Luigi Pirandello, il protagonista riflette criticamente sull'impatto della tecnologia sulla vita umana.

Il brano evidenzia i potenziali effetti negativi delle “macchine” sull'individuo e sulla società. Pirandello esprime attraverso le parole di Serafino una profonda preoccupazione per la direzione che la civiltà sta prendendo, dominata dalla meccanizzazione e dall'automazione.

Serafino osserva come l'uomo, un tempo poeta e creatore di sentimenti, abbia abbandonato questi ultimi per creare macchine di ferro e acciaio, diventando loro servo e schiavo. La tesi del protagonista è che la tecnologia, invece di servire l'uomo, ha finito per dominarlo, meccanizzando la vita e riducendo l'anima e la vita a meri ingranaggi nel processo produttivo.

E’ lo stesso pensiero che parte della società sta oggi formulando in occasione del dibattito sull’Intelligenza Artificiale.

Pirandello descrive una società in cui le macchine, create per servire l'uomo, sono diventate dominatrici, meccanizzando la vita e riducendo l'uomo a una semplice "mano che gira una manovella". Questa visione anticipa le preoccupazioni moderne sulla disumanizzazione causata dall'eccessiva dipendenza dalla tecnologia. La critica di Pirandello si concentra su come le macchine, inizialmente strumenti per migliorare la vita umana, abbiano finito per consumare l'essenza stessa dell'umanità, trasformando i sentimenti e le emozioni in ingombri inutili.

La frase "Per la loro fame, nella fretta incalzante di saziarle, che pasto potete estrarre da voi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto?" evidenzia la voracità delle macchine e la pressione incessante che esercitano sull'uomo. Il protagonista critica la necessità continua di nutrire le macchine con l'essenza umana, suggerendo che questa domanda incessante svuota gli individui della loro vitalità e creatività. La frase sottolinea l'idea di un ciclo senza fine di produzione e consumo, in cui l'uomo è ridotto a una mera funzione produttiva; stesso timore sperimentato da chi oggi crede che l’Intelligenza Artificiale renderà alcuni lavori dell’uomo inutili.

Quando Serafino afferma: "Mi divertirò a vedere, se permettete, il prodotto che ne verrà fuori. Un bel prodotto e un bel divertimento, ve lo dico io.", esprime un cinismo amaro. Egli prevede un futuro in cui le macchine continueranno a produrre "stupidità deliziose", e la vita umana sarà ridotta a una serie di prodotti omogenei e insignificanti. Serafino sembra anticipare una società in cui la creatività e l'individualità sono sacrificate sull'altare dell'efficienza tecnologica, e osserva con distacco e ironia il degrado dell'umanità.

Il brano di Pirandello offre una profonda riflessione sui pericoli del progresso tecnologico incontrollato. La sua visione critica può essere collegata a opere come "1984" di George Orwell e "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley, che trattano temi simili di alienazione e disumanizzazione causate dalla tecnologia e dalla società industriale. Pirandello, come questi autori, mette in guardia contro l'adorazione delle macchine e la perdita dell'essenza umana, sottolineando la necessità di un equilibrio tra progresso tecnologico e mantenimento dei valori umani fondamentali.

La sua critica si allinea con le preoccupazioni di filosofi come Martin Heidegger, che nel suo saggio "La questione della tecnica" esplora come la tecnologia possa alienare l'uomo dalla sua essenza e dal mondo naturale. Heidegger avverte che la tecnologia non è neutrale, ma ha una propria modalità di rivelazione che può ridurre tutto a un mero "fondo" disponibile per l'uso.

Implicazioni per la Società Contemporanea

Le preoccupazioni espresse da Pirandello sono rilevanti ancora oggi. La nostra società è caratterizzata da un rapidissimo progresso tecnologico che ha trasformato ogni aspetto della vita quotidiana. L'automazione e l'Intelligenza Artificiale stanno cambiando il mondo del lavoro, sollevando interrogativi su occupazione e disuguaglianza. La dipendenza dai social media e dagli smartphone ha modificato il modo in cui interagiamo e percepiamo noi stessi e gli altri, portando a discussioni su alienazione digitale e salute mentale.

Pirandello ci invita a riflettere su come possiamo bilanciare i benefici della tecnologia con la necessità di preservare la nostra umanità. È essenziale che il progresso tecnologico sia accompagnato da una riflessione etica e da politiche che mettano al centro il benessere umano. Le innovazioni tecnologiche devono essere guidate da valori che promuovano la dignità, la creatività e la libertà individuale.

In conclusione, il brano non è solo una critica al progresso tecnologico, ma un invito a una riflessione più profonda sul rapporto tra l'uomo e la macchina. La sua visione ci ricorda che, mentre le tecnologie possono migliorare la vita, non dobbiamo mai perdere di vista ciò che ci rende umani. La sfida contemporanea è quella di integrare la tecnologia in modo che essa serva a potenziare, anziché ridurre, la nostra essenza umana.