Per affrontare una transizione profonda come quella che ci attende, le imprese devono superare la sfida di una vera e propria evoluzione culturale, resa ancor più rischiosa da un contesto fluido e altamente incerto, attraverso cambiamenti che non si limitano solo all’ambito tecnologico.
Nella nostra cultura la capacità di cambiare è ritenuta un valore positivo. Nella realtà dei fatti però la reazione naturale alla prospettiva di un cambiamento, anche quando ritenuto necessario e utile, è quella della resistenza. Cambiare è un rischio, un salto nel buio.
Lo scenario attuale indica che la scelta delle persone per l’Azienda è condizionata da spinte interne ed esterne.
- Spinte interne che riguardano la mutazione delle persone: clienti, dipendenti, manager, stakeholder.
- Spinte esterne che generate dall’evoluzione geopolitica ed economica, dalle disruptions tecnologiche, dai ribollimenti sociali, culturali, etici e motivazionali, dalle discontinuità generazionali.
Ciò che questi trend strutturali indicano è che l’Impresa sarà sempre meno un contenitore di ruoli e funzioni, e sempre più un organismo, in cui le entità e le sinergie conteranno tanto quanto contano oggi in un buon matrimonio.
La convergenza di cultura d’impresa e personalità dei manager diventa così un pilastro di solidità e vitalità della Impresa.
La ricerca di “teste” non può più essere solo una sostituzione ansiosa e veloce di un posto vacante ma, grazie ed una profonda analisi, dovrà essere focalizzata sul comprendere quale candidato possa, non solo oggi, ma anche in prospettiva, dare valore aggiunto all’azienda che lo assumerà.
Sicuramente le competenze tecniche non devono perdere importanza, ma spirito imprenditoriale, learning agility, capacità di generare idee e leadership negli altri, faranno la reale differenza, senza scordare il matching culturale tra azienda e candidato.