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greatplacetowork.com offre ogni anno un ranking delle prime 100 società nelle quali la soddisfazione dei lavoratori è più alta. I responsabili della ricerca, che usa un mix di criteri non banale per emettere la classifica, arricchiscono l’analisi con una serie di elaborazioni davvero interessanti per capire cosa ci sta dietro alle scelte degli intervistati (ripeto, dipendenti di queste aziende).

Una di queste consiste nel sintetizzare le interviste raccolte, in cui liberamente gli intervistati esprimono il perché della loro soddisfazione verso la propria azienda, per generare una nuvola di parole usate. Come noto la “nuvola” esprime il peso (la ricorrenza, frequenza) delle principali parole utilizzate attraverso la dimensione grafica (parola scritta più in grande significa maggiore ricorrenza nelle interviste) e la prossimità topologica (la vicinanza tra parole nello spazio della “nuvola”) per indicare quanto i termini siano usati nella stessa frase, ovvero la loro correlazione.

Ciò premesso, vediamo ora semplicemente la nuvola per la società classificatasi prima (quella in cui la soddisfazione è risultata maggiore) e quella classificatasi al 100mo posto : il che non vuol certo significare che la gente che ci lavora sia scontenta: arrivare in USA al 100 posto significa essere comunque molto in alto nel livello di soddisfazione dichiarato, ma serve a noi per rilevare le differenze che comunque si evidenziano e trarne qualche lezione.

Al primo posto si piazza nel 2019 Hilton, nota catena di Hotel, mentre al 100mo posto si posiziona Patagonia, industria di abbigliamento e salute, con forte impegno ecologico.

Vediamo le due “nuvole” generate dalle dichiarazioni dei motivi di soddisfazione, cominciando da Hilton:

Quattro grandi “discorsi” traspaiono dalla nostra nuvola;

  1. Hilton è un posto di lavoro cui i dipendenti sentono di appartenere, di esserne membri e non pezzi fungibili.

  2. Il management si occupa di far crescere ciascuno

  3. Hilton hotel è “una grande” company che consente di lavorare in team e di avere opportunità e benefit

  4. Si sperimenta un clima di lavoro caldo, familiare, ricco di buona affettività con buone persone intorno.

La ricetta sembra dunque scaturire da un mix di appartenenza, di tutorship, di lavoro di team con buone opportunità stimolanti, e di un clima caldo e affettivamente gratificante ovvero di psychological safety.

 

Scendiamo ora di 99 posti e vediamo la “nuvola” generata dagli intervistati di Patagonia:

Il clustering restituisce qui un “discorso” molto diverso dal precedente:

  1. Il cluster più ricco ruota fortemente attorno alla grandezza della company, o meglio della sua missione unica legata all’environment

  2. Il coinvolgimento degli employers sui valori dell’ambiente e della salute, il preoccuparsi della gente, costituisce il motore di identificazione tra dipendenti e Azienda

  3. I benefits sono secondari.

Il confronto tra prima ed ultima classificata, sempre in un ambito di eccellenza nella soddisfazione dei dipendenti, ci suggerisce una ovvia considerazione: le relazioni rendono più soddisfatti dei valori. La vision e l’etica aziendale sono certo importanti, ma il clima relazionale, il team working, la tutorship e la stimolazione offerta sono ancora più importanti. I valori contano, ma ciò che devo avvertire è la rete e il mood relazionale, interattivo, di lavoro “assieme” e di crescita tutorata. Da meditare, no?

Giovanni Siri